LE NOSTRE VACANZE 2017: Santorini, Parigi, e relativi Pronto Soccorso

“Tesoro, dobbiamo prenotare le vacanze!”

“Ma sei sicuro? E se poi succede qualcosa la settimana prima? E se ci chiamano dall’ospedale? E se dobbiamo andare a fare un controllo urgente?”

“Chiara! Abbiamo avuto un anno difficile e complicato, e ci meritiamo di rilassarci! Fidati di me e prenotiamo, sarà l’estate più bella mai passata tutti e quattro insieme!”

E in quel momento decido di mollare, di non intestardirmi e lasciarmi guidare da Tuorlo (ossia mio marito) che in certi momenti ha quella lucidità che a me ogni tanto manca.

E quindi decidiamo per Santorini a giugno e Parigi ad Agosto.

“Amore è troppo!”

“No Chiara, faremo le cose con testa e andrà tutto bene”

Quindi prenotiamo aereo da Verona con Volotea, destinazione Santorini, alloggio in appartamento nella cittadina di Perissa e trasporto da e per l’aeroporto inclusi nel soggiorno.

“Oh! Leonardo! Guarda cosa c’è!”

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“Sgrunt”

“Ok, ho capito………..”

Che barba sti mariti che non capiscono le nostre esigenze…………

Bellissimo l’alloggio, soprattutto con i bambini puoi decidere secondo me più che in albergo cosa fare durante la giornata, e la piscinetta di fronte casa li ha tenuti impegnati quando era ancora troppo caldo per muoversi.

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Il giorno dopo iniziamo ad organizzarci, ad andare a fare un po’ di spesa, e cominciamo ad assaggiare le delizie locali andando in un panificio che nella settimana di soggiorno avremmo frequentato spesso!

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Quella a sinistra era una “Pita” qualcosa ripiena di feta e quello a destra un delizioso panino all’uva al profumo di cannella.

Mangiando vediamo arrivare un autobus, e al volo saliamo sopra capendo solo che stiamo andando nella capitale; una volta arrivati iniziamo un giro e ci indirizziamo verso la famosa discesa al mare.

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In questa città bianca, arroccata sul mare aggrappandosi ad una montagna ingrata e brulla.

Scegliamo le gambe, e non la scorciatoia animale!

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E nel paesaggio già suggestivo non mancano tocchi di poesia

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Una volta arrivati giù la soddisfazione di esserci riusciti! Soprattutto per i miei figli che hanno 9 e 12 anni! Si sono meritati l’aranciata fresca al bar sul porto!

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E risalita più comoda con la cabinovia!

Tuttavia la camminata era stata impegnativa, e quindi… pranzo!

I miei uomini pita ripiene all’inverosimile (ora che ho assaggiato la vera pita posso cercare di rifarla a casa!) e io feta al forno (mai vista prima la feta cotta!).

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Rientro tranquillo, autobus perfetto, pulitissimo, scendiamo vicino casa e ceniamo tranquilli sul terrazzo del nostro appartamento.

Il giorno dopo la mattina programmiamo la salita per l’antica Thira, uno degli insediamenti archeologici che consigliano di visitare nell’isola; gli scavi sono in cima ad una montagna, dalla nostra abitazione a piedi ci siamo dovuti arrampicare come caprette mentre dal versante opposto una strada arrivava fino all’inizio degli scavi.

Anche qui asinelli, ma noi su a piedi, ed è stata davvero dura in certi momenti!

Guardate che spettacolo si godeva dal sentierino

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Arriviamo in cima e ci accoglie un vento pazzesco! Tanto che il chiosco delle bibite è agganciato alla roccia con i tiranti!!!!!!!!!!!

Visitiamo le rovine belle e suggestive, ma non l’ultimissima parte per un vento che sembra voler tirarti giù dalla montagna  e farti ritornare alla partenza in un unico volo!

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E questi siamo noi! Una volta ridiscesi sani e salvi! Una bella esperienza che unisce la famiglia, darsi aiuto nei momenti difficili in cui perfino uno stambecco avrebbe difficoltà a salire!

E a cena una mega pita non poteva mancare

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Mio figlio piccolo da quando siamo atterrati ci dava il tormento per noleggiare i quad e così per essere più svincolati dagli orari dei mezzi pubblici e poter andare dove volevamo ne abbiamo presi due per due giorni.

Il giorno dopo quindi siamo andati di nuovo nella capitale per visitare i due musei archeologici e passeggiare per la città, un’oretta di viaggio sotto il sole con i potenti mezzi che a stento raggiungono i 45 Km/h.

Purtroppo una volta arrivati mio figlio piccolo ha iniziato a dire che non si sentiva bene, che aveva le gambe deboli e respirava affannosamente; siamo quindi andati nella farmacia che per fortuna avevamo di fronte e il farmacista gentilissimo gli ha misurato la pressione e verificato i battiti, ha telefonato in pediatria all’ospedale e ci ha riferito che gli avevano consigliato di portarglielo.

Un attimo di panico! E molta incertezza su cosa avremmo potuto trovare, e invece l’ospedale era nuovissimo, i medici perfetti, il pediatra gentilissimo.

Fortunatamente ci ha detto che forse era solo un po’ disidratato, di dargli da mangiare e da bere ed eventualmente di riportarglielo per una flebo (istantaneamente Guglielmo si è sentito BENISSIMO!).

Il giorno dopo tutto ok, colazione ricca (peccato non avere avuto un metro per misurare il diametro di questo donut… Tanto che mio figlio l’ha affrontato con coltello e forchetta!)

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Quindi prendiamo i quad e andiamo fino ad Akrotiri a vedere le rovine

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E la spiaggia rossa finchè c’è e non verrà completamente invasa dalla montagna che sta franando.

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Bagno in queste acque splendide e immancabile l’appuntamento per vedere il tramonto!

Il posto più conosciuto e famoso è ad Oia ma era molto lontano e con Guglielmo che non era stato bene non ci siamo fidati, sulla strada del ritorno c’era tanto di cartello che indicava il “Sunset view” e così ci siamo fermati lungo la strada a guardare questo spettacolo meraviglioso.

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L’ultimo giorno pranzo alla “Taverna di Poseidone” ahahaha con una grigliata di pesce spettacolare e la Mussaka! Oddio meno male che l’ho assaggiata solo l’ultimo giorno o sarei tornata a casa con 15 kg in più!

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E i ragazzi spiedino

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In definitiva Santorini è un’isola vivibilissima anche con i bambini al seguito, le persone sono gentili ed accoglienti, i prezzi abbordabili.

Per me ha significato sentirmi sufficientemente coraggiosa per tornare al mare, e credetemi non è stata una scelta da poco, ma alla fine è andata.

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Per ora è un arrivederci, sicuramente non un addio!

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Dopo un mese e mezzo, siamo partiti per Parigi.

Stavolta mio figlio grande era già sotto antibiotici da 5 giorni per la tonsillite, e purtroppo appena atterrati l’ho sentito caldo: passava i 38°.

Ok! Calma, ho con me gli antipiretici!

Primo problema arrivare in città: trenino o taxi? Alla fine abbiamo optato per il taxi visto che la cifra si discostava di pochissimo dal treno e non avendo ancora il polso della città ci siamo fatti portare vicino al nostro alloggio così se Matteo non fosse stato bene non avremmo fatto tanta strada prima di portarlo a riposare.

Siamo stati molto fortunati e vicinissimo casa abbiamo trovato il museo della scienza (con tanto di armadietti per i bagagli!) che per i ragazzi è stata un’esperienza fantastica.

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Non sembra una scena di “Una notte al museo”?

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Appena avuto l’alloggio siamo andati a riposarci per l’alzata all’alba e ancora Matteo era febbricitante.

Piccola uscita serale per conoscere i dintorni e spesa al supermercato.

Scopriamo anche un panificio sotto casa e iniziamo a drogarci di baguette, in varie versioni.

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La notte passata a tenergli bassa la febbre visto che il tentativo di farla sfogare era fallito miseramente e lui stava male, il giorno dopo ci rassegnamo a portarlo in pronto soccorso per verificare che non sia un problema di antibiotico che non sta facendo il suo dovere. Se andate a Parigi e avete la necessità di far visitare i vostri figli dovrete andare in un ospedale pediatrico, ce ne sono diversi in città noi siamo andati nel più vicino al nostro alloggio.

Guardate che ridere la macchinetta del caffè

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Fortunatamente era tutto a posto (dubbie le orecchie, infatti una volta tornati la pediatra gli ha diagnosticato un’otite e via di gocce!) e ci siamo goduti un po’ il quartiere periferico dove eravamo finiti, con i suoi banchetti etnici e l’aria intrisa di spezie orientali.

Erano le 14 passate, e i ristoranti chiusi, siamo andati in un posticino etnico greco/tunisino una libidine insomma!

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Era domenica, musei statali gratuiti, abbiamo optato per il Centre Pompidou

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E lo spettacolo dall’esterno passa nelle sale, e nelle scale mobili nei tubi, fino alle installazioni sul tetto da cui si gode una vista mozzafiato della città!.

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Poi pausa macaron (Matteo è l’unico della famiglia cui piacciono!)

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Il giorno dopo Louvre!

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I miei figli hanno fotografato questa ciotolina d’oro e hanno commentato “questa mancherebbe alla mamma in cucina!”

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E dopo ore a riempirsi mente e cuore di bellezza, un giretto per far sfogare i bambini al parco de Le Tuileries ci sta tutto! E’ a due passi dal Louvre: prati e aiuole perfettamente curati, sedie a disposizione per riposarsi, e un parco dei divertimenti per far divertire i bambini!

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Quindi mi ricordo che a Mosca avevo fatto il tour delle più belle stazioni della metro, e controllo in internet cosa vale la pena andare a vedere a Parigi.

Andiamo alla fermata Palais-Royal Musee du Louvre a vedere il baldacchino di vetri di Murano

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Il giorno dopo passiamo appositamente per la fermata degli Arti e Mestieri, agghindata come il Nautilus di Verne; devo dire che ci è piaciuta moltissimo!

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Optiamo quindi per il Musee d’Orsay, splendido museo ricavato da un’ex stazione ferroviaria ma c’era una fila tremenda oltretutto sotto una pioggia a tratti insistente, quindi quasi senza accorgercene siamo entrati già in tarda mattinata, pensando che avremmo eventualmente mangiato nella caffetteria.

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Ahi ahi ahi non fate il nostro stesso errore!

Il ristorante all’ultimo piano era lussuosissimo, e i prezzi di conseguenza.

La caffetteria poco sotto splendida, ma fila di gente e offerta praticamente solo di dolci.

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Fra i morsi della fame visitiamo le splendide sale e arriviamo fino all’orologio e i suoi chiaroscuri

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Cezanne, Degas, Van Gogh……. Le sale scorrono ma i bambini iniziano a protestare e devo dire che hanno pure ragione! Pranzo alle 15 passate…….

Bye bye museo, le foto non ti rendono giustizia.

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Pomeriggio ci indirizziamo verso il centro e giriamo un po’ a zonzo per la città, viste tante cose nei negozi ma non ho preso nulla! Una formina da biscotto della Torre Eiffel costava 7 euro e ho addirittura visto una confezione di cereali di Willy Wonka che ne costavano 14!!!!!!!!!!!!!!!!!

Il giorno dopo concediamo colazione in pasticceria

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E poi ci avviamo verso la Torre Eiffel

Hisilicon Balong

Anche qui file interminabili, e accessi ristretti e recintati per questioni di sicurezza.

La visita ovviamente vale la pena, e salendo a piedi il costo è contenuto.

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Da lì con una passeggiata si arriva sulla Senna e a Notre Dame

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Pranzo per la strada, abbiamo trovato ennesimo mercatino etnico… ma quanto ci sono piaciuti!

Scusate foto sfuocata ma rende!

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Poi siamo tornati zona Tuileries per andare al museo de l’Orangerie e godere delle ninfee di Monet (e riposarsi guardando il bellissimo documentario dedicato!).

Pomeriggio giretto nel quartiere ebraico con ristoranti dall’insegna piuttosto esplicita ahahah

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Cena nel ristorante libanese J

Il giorno dopo andiamo a Mont Martre, iniziamo con l’ascensore in manutenzione alla metro

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Quindi per salire prendiamo la cabinovia (con lo stesso biglietto della  metro).

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Devo dire che, complice anche un bravo suonatore di arpa, qui si respira veramente un’aria parigina!

Ma ora scendiamo verso l’altro versante

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E buttiamoci dentro il quartiere che mi ha dato l’impressione di essere un misto fra turistico-parigino-etnico.

Guardate in una pasticceria c’era la riproduzione di Notre Dame in cioccolato!

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E per strada pranzo dentro un supermercato, ebbene sì; cucinavano loro pollo e patate e li confezionavano, dando in uso tavoli e sedie.

Non so se fosse la fame, la stanchezza o cos’altro, ma mi è parso il pollo più buono che abbia mai mangiato!

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Pomeriggio giretto in centro nelle gallerie dei negozi chic! Ma giusto per guardare due vetrine e bere un caffè da Starbucks

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Ultimo giorno, colazione in pasticceria

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(con ovvia richiesta di replica a casa) e la ciliegina sulla torta!

Andiamo a Belleville, sulle orme della famiglia Malaussene!

E’ un quartiere periferico, a occhio simile a quello dove era l’ospedale pediatrico, e di sabato troviamo il mercato: mazzi di menta, pesce fresco, frutti tropicali e verdure per preparare quei bei piatti etnici che ci piacciono tanto.

Capisco che l’etmosfera abbia ispirato Pennac, è pieno di negozi mediorientali che vendono spezie, datteri…..

Visito quasi religiosamente la fermata della metropolitana dove Benjamin Malaussene va tutte le mattine per andare alle Edizioni del Taglione a lavorare.

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Per pranzo prendiamo dei panini un po’ misteriosi, spiegandoci in qualche modo con il panettiere mediorientale, e prendiamo delle cose BUONISSIME!!!!!!!!! Peccato non ricordare i nomi (se qualcuno li riconosce e me li dice avrà la mia eterna gratitudine!).

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Ma dove li mangiamo? Al parco!

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Che supera di molto le nostre aspettative! Un parco rigoglioso di piante e ricco di uccellini e farfalle, che nasconde una sorta di “giostra” davvero incredibile.

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Una vacanza che spero rimanga nel cuore dei miei figli, il più piccolo una sera si è messo a tavolino e ha disegnato la SUA Torre Eiffel <3

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Arrivederci Parigi, non mi mancherà il caffè solubile che bevevo la mattina 🙂

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